Programma del 1° Campeggio NOTRIV 28-31 Agosto 2014 MORCONE (BN)

 

programma-camping-morcone-notrivProgramma

GIOVEDI 28
– MATTINA
Arrivo ed Allestimento del Campeggio

– POMERIGGIO
ore 18.00 P.za Manente:
I NOTRIVSANNIO INFORMANO
Presentazione delle iniziative ed Assemblea pubblica

ore 19.30 Area Camping
Seminario con i geologi: “Ma veramente c’è il petrolio in Appennino? Quali rischi sono connessi con l’estrazione?

– SERA
ore 21.30 Area Camping: Concerto di Apertura
SIDERALI (BN)+ Jam session+ Tammurriate ad oltranza

VENERDI 29
– MATTINA
ore 8.00 Area Camping: Lezione introduttiva allo YOGA

ore 11.00 C. Storico-Villa Comunale
Giochi di strada per bambini “Trivellopoli” ed altro

– POMERIGGIO
ore 18.00 Area Camping
PARLIAMO DI BONIFICHE
interverranno esponenti di comitati e movimenti ambientalisti
A seguire PROIEZIONI di docu-films

ore 20.00 Area Camping
READING DI POESIE con F. Ciasullo

– SERA
ore 21.30 Area CampingConcerto Punk
TETANO (BN) +RADSTERS (NA)+ CALLTHECOPS (BO)+ZAT (SA)

SABATO 30
– MATTINA
ore 8.00 Area Camping YOGA per principianti
ore 10.00 C.Storico/Lago Spino/Parata
ESCURSIONE
tra eolico selvaggio, centrali idroelettriche, pozzi petroliferi e bonifiche mancate
ore 12.00 Parata Ungara
Racconti, storie e cibi della montagna violata. Prelievo di acqua e suolo

– POMERIGGIO
ore 18.00 Area Camping
LE LOTTE SI PARLANO: esperienze a confronto.
interverranno esponenti di comitati che lottano contro la realizzazione di opere ad alto impatto ambientale come il TAP, il MUOS, le discariche, l’eolico selvaggio, ecc.
A seguire proiezione del doc “Mal d’Agri” e presentazione del dossier NOTAP

– SERA
ore 21.30 Area Camping
Concerto
CHAOS CONSPIRACY (BN)+ TESTE DI MODI (BN)+ 12à NOTTE (BN)

DOMENICA 31

– MATTINA
ore 8.00 Area Camping YOGA per principianti
ore 10.00
Street Art/Live Painting per le vie di Morcone
ore 11.00 Area Camping
laboratori gastronomici per la preparazione del pranzo

– POMERIGGIO
ore 15.00 Campo Sportivo
“4 calci al pallone” con l’Atl. Brigante, squadra di calcio popolare

ore 18.00 Area Camping
I NOTRIV S’INCONTRANO: esperienze a confronto.
interverranno esponenti di comitati che si oppongono alla realizzazione dei pozzi petroliferiin Basilicata, Abruzzo, Irpinia, Puglia, ecc.
A seguire proiezione del doc “L’Oro Vero” e dibattito con gli autori.

– SERA
ore 21.30 Area Camping
Concerto Hip Hop
SERPE IN SENO (RM) + PUGNI IN TASCA (RM)+ ISTIGAZIONE A DELINQUERE (BN)

Tutti i giorni all’Area Camping: Colazione (ore 9.00), Pranzo (ore 14.00) e Cena (ore 21.00) con prodotti del territorio ed Assemblea di gestione (ore 9.30).

PORTARE: Tenda, sacco a pelo, piatto, bicchiere, maglione, strumenti musicali, convivialità e tutto quello che vorresti trovare

Docce senza l’utilizzo di prodotti inquinanti e soprattutto RIFIUTI ZER0 o quasi

http://notrivsannio.wordpress.com/

il 22 Settembre a Fragneto Monforte in marcia contro le ecoballe

In marcia conto le ecoballe e la devastazione di uno dei territori più belli del verde Sannio. Organizzata del Forum giovani di Fragneto Monforte, domenica 22 settembre, si è svolta la ecomarcia contro le ecoballe.

Circa 200 persone, tra cui tantissimi ragazzi, il primo cittadino del paese, rappresentanti dei comitati antidiscarica, come il Codisam di Sant’Arcangelo Trimonte, i No triv e amministratori di Fragneto l’Abbate, Pontelandolfo, Sassinoro e Reino si sono uniti in una camminata pacifica.

Partita dal centro di Fragneto Monforte la manifestazione ha raggiunto il sito di Toppa Infuocata, il deposito delle ecoballe, colpito da un altro devastante incendio. Da una parte il corteo che avanzava. Dall’altra il fumo del rogo avvenuto nella notte.

Giunto davanti ai cancelli del sito posto sotto sequestro, il corteo si è fermato. A prendere la parola, il sindaco del paese Raffaele Caputo, che dopo aver ringraziato i vigili del fuoco, nel frattempo ancora a lavoro per sedare l’incendio, e le forze dell’ordine, ha annunciato l’intenzione di depositare un esposto in Procura per il comportamento della Samte, che, stando alle parole di Caputo, si sarebbe rifiutata di intervenire nella notte, malgrado le fiamme stessero divorando tutto, per mancanza di soldi.

Per il futuro, ora, la speranza è una sola: che le promesse vengano mantenute e quei cubi di immondizia avvolta nella plastica, possano essere portati via da quella collina e smaltiti nell’inceneritore. Ma per questo deve arrivare da Napoli l’ok al dissequestro del sito.

Intanto il presidente del Forum dei Giovani di Fragneto assicura: “non ci fermeremo qui, la protesta continuerà con una prossima assemblea pubblica”. Quello con Toppa Infuocata, insomma, è solo un arrivederci.

(Fonte NTR24)

La discarica di Sant’Arcangelo all’esame della Corte europea dei diritti dell’uomo

discarica s arcangelo trimonteLa discarica commissariale di Sant’Arcangelo a Trimonte all’esame della Corte europea dei Diritti dell’uomo. Dopo anni di proteste clamorose, polemiche politiche, battaglie giudiziarie, nel piccolo centro sannita lo sguardo è da qualche mese rivolto in direzione dell’Alsazia: a Strasburgo, infatti, dove ha sede la Corte istituita nel 1959 a garanzia della Convezione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, si stanno discutendo i due ricorsi presentati a ottobre 2011 e novembre 2012 da alcuni cittadini del luogo per denunciare la violazione del diritto ad un ambiente salubre e del diritto alla salute. In particolare, i ricorrenti lamentano la violazione da parte dell’Italia degli articoli 2 e 8 della Convenzione, perché le autorità pubbliche avrebbero posto in essere una cattiva politica legislativa e amministrativa, danneggiando gravemente l’ambiente e mettendo in pericolo la salute degli stessi ricorrenti e, in generale, quella di tutta la popolazione locale. A curare l’azione legale, due avvocati sanniti: Francesco Altieri e Francesco Angeloni. E le loro argomentazioni, a quanto pare, non sono passate inosservate a Strasburgo. La Corte Europea, che nel gennaio 2012 ha già condannato il nostro Paese per l’incapacità dimostrata dalle autorità nazionali di gestire il ciclo dei rifiuti in Campania in maniera compatibile con l’ambiente e la salute dei cittadini, al fine di ottenere chiarimenti sulla questione, infatti, ha chiesto al governo italiano specifiche notizie circa gli sviluppi del processo penale pendente dinanzi al Tribunale di Benevento che ha, in ogni caso, portato alla chiusura del sito adibito a discarica. La Corte ha chiesto, inoltre, al governo, di fornire informazioni sullo stato attuale della discarica, sul suo funzionamento, sulle condizioni di sicurezza e sull’impatto ambientale, con allegazione di relativi documenti (in particolare è stata demandata una puntuale verifica circa le modalità di apertura della discarica, ovvero se è stata condotta una perizia sull’impatto ambientale e se le autorità competenti abbiano intenzione di prendere provvedimenti volti a realizzare una bonifica della zona – anche in riferimento alle due discariche già esistenti). Infine è stato chiesto al governo se vi sono, a livello nazionale, rimedi disponibili per poter denunciare i rischi alla salute ed all’ambiente derivanti dalla gestione di una discarica, in modo da poter sindacare le scelte della Pubblica amministrazione e chiedere il risarcimento del danno, in relazione al suo funzionamento ed alla sua gestione. Informazioni messe nero su bianco in una nota inviata alla rappresentanza del governo italiano a Strasburgo (ogni Stato può contare nella città alsaziana su un ufficio dell’Agente dell’esecutivo davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo) lo scorso 22 gennaio. E alla quale l’esecutivo ha replicato a maggio affermando, sostanzialmente, – spiegano gli avvocati -: che i ricorrenti avrebbero potuto proporre ricorso al TAR per lamentarsi degli effetti della discarica, prima di adire la Corte Europea. Nei giorni scorsi, poi, la controreplica degli avvocati: «Abbiamo affermato che non c’è alcuna via di ricorso interno effettiva che potesse accogliere le istanze degli interessati, come tra l’altro è stato affermato nella sentenza Di Sarno ed altri c Italia, con la quale la corte europea ha condannato l’Italia per la spazzatura in strada in provincia di Napoli». Nello specifico, a rendere vano ogni tentativo di difesa legale in Italia, sarebbe stata, è il parere dei ricorrenti, la presenza di uno stato emergenziale continuo che avrebbe reso, di fatto, difficoltoso un controllo giurisdizionale sull’operato della Pubblica amministrazione, o meglio ancora, vano qualsiasi tentativo di agire per ottenere una tutela dal punto di vista del rispetto dei diritti fondamentali. Del resto, né il ricorso al Tar né un successivo ricorso dinanzi al Tribunale di Napoli hanno sortito l’effetto di bloccare la realizzazione della discarica di Sant’Arcangelo Trimonte. Insomma, ai ricorrenti non sarebbe stata data la possibilità di lamentarsi con successo, in sede interna, delle lesioni dei propri diritti fondamentali garantiti dalla Convenzione, attraverso un rimedio giurisdizionale effettivo, proprio per i caratteri emergenziali della complessa vicenda dei rifiuti in Campania. Da qui, la scelta di ricorrere direttamente alla Corte Europea al fine di denunciare la scelta dello Stato di individuare Sant’Arcangelo Trimonte quale luogo idoneo per ospitare la discarica Commissariale. E in sede di Corte Europea, a quanto pare, c’è tutta l’intenzione di fare chiarezza su una delle questioni più discusse e spinose registrate nel Sannio negli ultimi decenni. C’è un giudice a … Strasburgo.

Fonte Otto Pagine http://benevento.ottopagine.net)

Lettera aperta del CODISAM

Lettera Aperta del Codisam 03/07/2013

cropped-logo-codisam.jpg

Vista l’emergenza rifiuti nella Regione Campania che dura dal 1994 e nel 2013
non è ancora finita;
Visto il D.L. 61/2007 convertito in Legge 87 del 5 luglio 2007, dove vengono
individuate 5 discariche nella  Regione Campania, tra cui quella di Sant’
Arcangelo Trimonte;
Visto il deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia Europea per la
cattiva gestione dei rifiuti in Campania nel 2010;
Vista la DGR 758 della Campania del 29/12/2011 (Assegnazione di contributi ai
comuni per la riduzione della produzione dei rifiuti e l’incremento della
raccolta differenziata), in cui si incentivano i sindaci a presentare progetti
per la riduzione dei rifiuti, stanziando € 6.999.254, in favore delle cinque
province della Campania (di questi € 413.300 sono stati assegnati alla
provincia di Benevento, per i 78 comuni di cui è composta);
Vista la seconda DGR 384 del  31/07/2012 (Metodo per il calcolo della
percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti urbani) che incentiva l’
adozione della “buona prassi dell’autocompostaggio” e afferma che la produzione
di compost, a livello familiare, rappresenta un valido sistema che premia i
cittadini virtuosi e concorre alla riduzione dei conferimenti. Inoltre tale DRG
dà la possibilità ai cittadini che trattengono l’umido tramite il compostaggio
domestico (secondo le modalità di compostiera, cumulo, letamaio) di abbattere
il quantitativo dei rifiuti e di risparmiare sulla Tarsu (attuale Tares),
innalzando la percentuale di raccolta differenziata al di sopra della soglia
prevista per legge;
Visto il Piano Regionale di Bonifica che mette in luce la presenza in alcune
discariche autorizzate, compresa quella di Sant’Arcangelo Trimonte, di rifiuti
industriali smaltiti illegalmente, oltre ai previsti rifiuti solidi urbani
(RSU);
Visto il secondo deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia Europea nel
giugno 2013 e la multa di 25mln di euro “a causa del ritardo nelle adempienze
nel ciclo di gestione dei rifiuti”;

Il CODISAM si chiede:
1.      Quanti sindaci hanno aderito alla DGR 758? E quelli che non hanno aderito
perché non l’hanno fatto?
2.      In merito alla DGR 384, quanti sindaci hanno informato in maniera adeguata
i cittadini su questa possibilità?
3.      Perchè alcuni sindaci, di fronte alla richiesta ufficiale di alcuni
cittadini di trattenere la frazione umida tramite il compostaggio domestico,
come previsto dalla DGR 384, non hanno dato risposta?

Secondo quanto scrive Antonio Marfella, tossicologo e oncologo dell’istituto
Pascale, sul sito paralleloquarantuno.it, i rifiuti si dividono in due grandi
categorie: i rifiuti urbani (RSU) di cui tutti parlano, di responsabilità e
gestione pubblica, e i rifiuti speciali e industriali, di cui nessuno parla, di
responsabilità e gestione esclusivamente privata.
E’ importante sottolineare che in Italia i rifiuti urbani rappresentano poco
meno della quinta parte dei rifiuti industriali. La creazione delle ripetute
“emergenze rifiuti” in Campania, è stata purtroppo lo strumento strategico per
riuscire a smaltire in maniera illegale i rifiuti industriali, tossici e
velenosi, in gran parte provenienti dal “virtuoso Nord” (vedi “Intervista
Ceglie” di T Avvenire – Youtube).  Alla luce di quanto esposto, il CODISAM
propone di affrontare il problema rifiuti con un occhio diverso, avendo la
consapevolezza che tutto ciò che produciamo è recuperabile e che, in realtà, il
concetto di “rifiuto”non dovrebbe esistere. Meglio sarebbe parlare del concetto
di “materia prima seconda”, ovvero tutto ciò che è costituito da scarti di
lavorazione delle materie prime, oppure da materiali derivati dal recupero e
dal riciclaggio dei rifiuti. Di conseguenza, attuando un’accurata raccolta
differenziata, il materiale residuo non dovrebbe essere più sversato in
discariche o inceneritori, ma potrebbe essere rimesso in circolo: un esempio
magistrale è proposto dall’esperienza di Vedelago (TV) e di Ponte nelle Alpi
(BL), dove anche i pannolini diventano plastica e cellulosa. Se si riuscisse ad
attuare una seria politica di gestione dei rifiuti basata sulla riduzione della
materia prima utilizzata, sulla raccolta, il riciclo e il riuso e finalizzata
all’eliminazione del residuo, cadrebbero i presupposti per le continue
emergenze rifiuti, per la continua ricerca di siti da adibire a discariche o
inceneritori, e cadrebbe la possibilità di smaltire in maniera illegale i
rifiuti industriali.
Il CODISAM, vittima insieme alla popolazione di Sant’Arcangelo Trimonte di
questa situazione, chiede alle istituzioni e ai cittadini di partecipare a
questo percorso di “liberazione dai rifiuti”, un problema di cui tra qualche
anno si vedranno gli esiti in termini di malattie gravi e tumori. E’ chiaro che
è dovere istituzionale e di cittadino salvaguardare l’ambiente e la salute:
porre fine a questa pratica incivile significa sgravare i nostri figli dalla
triste realtà sanitaria che gli si presenterà.
Sant’Arcangelo Trimonte sta già pagando gli effetti di questa mala gestione
del problema rifiuti: il CODISAM è preoccupato che altri comuni si possano
trovare nella stessa situazione. Ancora oggi, dopo sei anni di attività, il
CODISAM continua a portare avanti una campagna di sensibilizzazione e di
informazione sulle problematiche su esposte e si augura che la difesa della
salute e dell’ambiente non debba più essere solo appannaggio di un comitato, ma
obbligo morale di ogni cittadino e delle istituzioni.
Può darsi che non siate responsabili della situazione in cui vi trovate, lo
diventerete se non fate nulla per cambiarla (Martin Luther King).

16 giugno ore 18 a Sant’Arcangelo Trimonte presentazione libro “Trivelle d’Italia”

manifesto Codisam trivelle d'italia

Dal 14 al 16 giugno Pietro Dommarco, giornalista ed autore del libro-inchiesta “Trivelle d’Italia – Perché il nostro paese è un paradiso per petrolieri”, sarà a Benevento. Una tre giorni, articolata in varie tappe, che permetterà all’autore di far conoscere il suo libro in alcuni paesi della Provincia di Benevento, in particolare in quelli interessati dai progetti di ricerca petrolifera. L’iniziativa è stata promossa dal Coordinamento No Triv Sannio, che continua così la campagna di informazione e sensibilizzazione
sui temi delle ricerche e delle trivellazioni petrolifere e sui danni che esse provocano.
Nel dettaglio ecco le tappe del tour di presentazione del libro “Trivelle d’Italia”
– 14 giugno a Pietrelcina, ore 18.00 presso l’aula consiliare, organizzato dal comitato NO-TRIV Tammmaro;
– 15 giugno a Benevento, ore 18 Benevento, presso Circolo Virtuoso Bukò (via Stanislao Bologna, 30), organizzato dal coordinamento NO-TRIV Sannio;
– 16 giugno ad Apice, ore 10.00 presso il centro sociale, organizzazione a cura dalla PRO LOCO;
a Sant’Arcangelo Trimonte, ore 18.00 presso il salone parrocchiale organizzato dal comitato CODISAM.
Il libro di Dommarco, un testo di circa cento pagine, edito da Altreconomia, con prefazione curata dal geologo Mario Tozzi, presenta un’attenta analisi della situazione italiana che vede le multinazionali del petrolio libere di perforare la terra e i fondali marini con bassi costi e con l’avallo di leggi tolleranti.
“Le mani dei petrolieri in Italia sono sporche di greggio, ma libere. Libere di perforare la terra e i fondali marini italiani, con royalties minime e con l’avallo di leggi tolleranti”, spiega Pietro Dommarco, autore del libro “Trivelle d’Italia”. Nel nostro Paese, infatti, le percentuali di compensazione ambientale sono tra le più basse al mondo: per questo, oggi in Italia sono centinaia le concessioni e 1.010 i pozzi produttivi in terraferma e in mare.
“Trivelle d’Italia” racconta infatti di come il nostro paese sia diventato una gruviera, “buchi” che hanno portato pochi vantaggi ai territori, poca occupazione e infiniti danni per l’ambiente. Un’analisi che scende in profondità e percorre numeri e storie dei piccoli Texas italiani, dalla Basilicata alla Pianura padana, dal mare della Sicilia a Porto Marghera, tra amministrazioni compiacenti e rifiuti tossici. Un testo importate ed essenziale alla luce dei progetti di ricerca che riguardano gran parte del territorio sannita e che rischiano ancora una volta di danneggiare l’ambiente e l’habitat delle aree interne della Campania.

Discarica S.Arcangelo Trimonte, due avvisi di garanzia. Accuse pesanti, terreno disastrato

discarica s arcangelo trimonteInquinamento del suolo, del sottosuolo e delle acque, mancato avvio di interventi di messa in sicurezza per la salvaguardia dell’area, mancata copertura con teli impermeabilizzati dei rifiuti e degli accumuli di percolato, mancata prevenzione su movimenti franosi e su relativo inquinamento. Accuse pesanti quelle mosse dal Tribunale di Benevento che ieri ha provveduto alla chiusura delle indagini preliminari dell’inchiesta condotta dal pm Clemente per l’inquinamento della discarica di S.Arcangelo Trimone in località Nocecchie. Due gli avvisi di garanzia, indirizzati a Marco Leone e Bernardino Filipponi, rispettivamente responsabile tecnico dell’impianto regionale di S.Arcangelo Trimonte e amministratore unico della “Daneco Impianti”, azienda che si occupa appunto della gestione dell’invaso aperto tra mille contestazioni e perplessità nel giugno 2008 per ovviare all’ennesima emergenza rifiuti che aveva colpito Napoli e la Campania. La notizia è stata riportata stamane sulle colonne de “Il Sannio Quotidiano” che parla di un’inchiesta “ad ampio nella quale risultano indagate altre persone per la questione ambientale e per le vicende legate ad aspetti amministrativi correlati alla nascita ed alla gestione dell’impianto”.

IL SEQUESTRO DELLA FORESTALE NEL MARZO DEL 2011
Il 18 marzo del 2011, il Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale (NIPAF) del Corpo Forestale dello Stato di Benevento diedero esecuzione al provvedimento di sequestro preventivo della discarica commissariale di Sant’Arcangelo Trimonte, emesso dal Giudice delle Indagini Preliminari, presso il Tribunale di Benevento. Un’azione scaturita a seguito di una lunga ed intensa attività di indagine svolta dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato che portò alla luce l’inquinamento causato dall’illecito smaltimento del percolato prodotto all’interno della discarica, nonchè il pericolo di frana e di disastro ambientale, poiché non sono stati eseguiti i lavori richiesti dalle prescrizioni contenute nelle relative autorizzazioni. Come recitò all’epoca il comunicato della Forestale, “al fine di evitare che gli illeciti riscontrati possano portare ad un maggiore grave danno per l’ambiente e rischio per la salute pubblica, tenuto conto anche del probabile inquinamento del fiume Calore, cui il percolato giunge attraverso il vallone ‘Pozzano’, si è provveduto ad apporre i sigilli alla discarica commissariale a cui giungono i rifiuti della provincia di Benevento ed occasionalmente anche dalla provincia di Napoli”. Qualche mese dopo, nel luglio del 2011, “Il Quaderno.it” realizzò un servizio dedicato proprio alla situazione della discarica di S.Arcangelo Trimonte. Una questione lunga e datata, con vari passaggi e colpi di scena: le foto scattate all’epoca consegnavano alla cittadinanza locale e non solo, un impianto colabrodo con forti ripercussioni per tutta la comunità.

SAMTE: ‘INIZIATIVE ANCHE DA PARTE NOSTRA’. CODISAM: ‘FIDUCIA NELLA MAGISTRATURA’
“Siamo alla chiusura di indagini preliminari – ha commentato il presidente della Samte, Giovanni Zarro, la società della Provincia di Benevento chiamata a governare il ciclo dei rifiuti nel Sannio- ad ogni modo le azioni della Magistratura, se verificate, sono molto giuste ed opportune”. Poi la notizia: “Anche noi, come società Provinciale, abbiamo da qualche tempo assunto delle iniziative al riguardo subito dopo il 28 aprile quando la Corte di Cassazione ha respinto la richiesta di dissequestro della discarica”. Secondo Zarro i problemi della discarica di S.Arcangelo sono molteplici: “Prima di tutto c’è da considerare l’individuazione del sito. Una scelta che fu quanto mai inopportuna ed infelice. Poi è contestabile il tipo di struttura realizzata, infine c’è il problema gestionale della stessa”. C’è poi chi si è battuto da sempre contro la realizzazione della discarica di S.Arcangelo Trimonte. Parliamo del Codisam, il comitato locale in prima linea: “Ho tanta fiducia nell’operato della Magistratura – ha detto al nostro portale il presidente Nicola Colangelo – e spero che sia fatta giustizia. Le responsabilià sono tante”. Colangelo, ancora una volta, rivendica la posizione del Codisam: “La nostra non è mai stata una battaglia di parte – ha aggiunto – è sotto gli occhi di tutti che una discarica di queste proporzioni non potevamo farla in quel sito. E’ un disastro vero e proprio ed il fatto che i sigilli del sequestro, dal 2011 ad oggi, non sono mai stati rimossi, la dicono lunga. In piena emergenza rifiuti siamo stati presi per pazzi, ora tutti convergono con noi ma è già troppo tardi. E’ stata tirata su una creatura dove proprio non si poteva, ora siamo preoccupati degli eventi franosi e dell’inquinamento dei pozzi agricoli che si trovano nelle campagne all’esterno dell’impianto. Con la Provincia abbiamo fatto tempo fa un primo monitoraggio delle falde acquifere per constatare se le sostanze tossiche o le componenti di benzene hanno raggiunto i pozzi. Poi c’è da considerare il problema relativo alla frana di alcuni lotti. Sono stati spesi fior di milioni in cemento armato per alzare ben quattro palificate. Oggi mi tocca ribadire, ancora una volta, le stesse cose”. (Fonte ilquaderno.it)